I compiti per casa də camposanter
Un nuovo esercizio che vi consiglio di fare nei momenti di svago 🔍
Carə camposanter,
dopo il mio appello di un paio di settimane fa, vi siete iscrittə in tantə alla mia newsletter e, piano piano, la frustrazione che mi provoca la precarietà di Instagram si sta mitigando.
Non fraintendete: a me la parte visuale di Instagram piace moltissimo e la ritengo ovviamente necessaria per condividere il mio lavoro. D’altro canto, però, non vado molto d’accordo con l’idea di dover scegliere le parole per evitare di essere penalizzata dall’algoritmo e di dover riassumere quello che voglio dire perché una storia scorre troppo velocemente per contenere molto testo.
Insomma, mi sono rotta il cazzo (e che bello poterlo scrivere e non dover scrivere c422o altrimenti Instagram si offende e mi nasconde dai feed).
Per ora, qui mi sento più libera di spiegare le cose con calma e senza l’ansia delle visualizzazioni. Mi sembra quasi di essere tornata ai vecchi fasti dei blog!
Che pace, che tranquillità, che piacevole senso di beatitudine, evviva il 2008. 🧘🏻♀️
Comunque, veniamo a noi.
Oggi voglio condividere con voi un nuovo “passatempo” che ho escogitato di recente e che penso possa piacere anche a voi, care le mie investigatrici del passato.
Ormai sapete che fare ricerche mi piace da impazzire: ricerche genealogiche, ricerche nei cimiteri, ricerche di eredi, poco importa. Quando non lo sto facendo per lavoro (perché sto scrivendo un libro, o perché sto costruendo l’albero genealogico di qualcun altro), scalpito e mi guardo intorno alla ricerca di un mistero.
Questo è proprio uno di quei periodi: il libro l’ho scritto e pubblicato, il podcast è in pausa, la ricerca genealogica è in una fase di plateau perché sto aspettando dei documenti che non arrivano (ah, la proverbiale pazienza – che non ho – della genealogista)… quindi in questo momento di astinenza, mi sono inventata un altro tipo di ricerca che connette tutti i miei luoghi preferiti: cimiteri, biblioteche e archivi.
Forse ho una dipendenza? Magari ne parliamo in altra sede.
L’investigazione nel passato
[anche conosciuta come “andare a ripescare fatti dimenticati da tutti, e possibilmente rimasti senza colpevoli, e cercare di risolverli senza che nessuno ce l’abbia chiesto”]
Ecco i passi che ho seguito:
Ho lanciato una ricerca con il nome della mia città natale (San Donà di Piave) all’interno degli archivi storici digitalizzati del Corriere della Sera (è a pagamento ma costa poco e secondo me conviene averlo) e della Stampa (gratuito) e ho selezionato i fatti più interessanti, perlopiù terrificanti delitti e misteri rimasti insoluti.
[Nella bibliografia di “Dinastia”, comunque, trovate tutte le risorse per leggere i quotidiani antichi online.]Dato che nessuno di questi due giornali è veneto, ho approfondito presso due biblioteche locali: la Biblioteca del seminario di Treviso – dove la provincia coperta è, appunto, quella di Treviso – e la Marciana di Venezia – dove invece si trovano tutte le edizioni regionali in complete del Gazzettino in microfilm. Ovviamente, questi eventi raccontati in brevi trafiletti nei quotidiani nazionali, hanno occupato la cronaca cittadina delle edizioni locali per giorni e giorni in lunghi articoli pieni di dettagli e in qualche caso di foto.
[Breve storia triste: alla Marciana di Venezia (un luogo meraviglioso e forse unico nel suo genere, che conserva un tesoro nazionale in microfilm), i visori sono tutti rotti tranne uno, che comunque ha lo scorrimento automatico guasto. Ho pertanto letto annate intere di giornali scorrendole A MANO e adesso credo mi sia venuto il gomito del tennista. Comunque ne è valsa la pena]
Grazie a queste ricerche, ho potuto raccogliere più dettagli relativi ai protagonisti dei fatti in questione: la loro età, l’eventuale anno di morte, indirizzi e luoghi, etc., e ho potuto creare delle “schede” dei vari crimini (su questa cosa ci torniamo dopo).
A questo punto, la mia ricerca si è spostata in cimitero. Grazie a un fantastico database offerto dal Comune di San Donà, ho potuto verificare preventivamente che esistessero le tombe dei vari personaggi coinvolti.
Ovviamente, io sono stata fortunata perché non tutti i cimiteri offrono questo tipo di catalogazione, ma una chiamata ai servizi cimiteriali avrebbe sortito lo stesso effetto. Se fosse questo il caso, fatela.Ho osservato con attenzione i nominativi e, confrontando le date ricavate dai giornali, ho potuto restringere la ricerca (in caso di omonimi) e stilare una lista di tombe da visitare; una volta in cimitero, ho potuto quindi osservare i volti di chi, fino a quel momento, era solo un nome scritto di sfuggita in un quotidiano di 80 anni fa.
L’esempio pratico: il femminicidio di Bruna
Scelgo, tra tanti, la storia di un femminicidio del 1947 accaduto a San Donà di Piave e narrato brevemente nell’edizione nazionale Corriere. Anche il Gazzettino di Venezia ne ha parlato, ma altrettanto brevemente.
Nota: cancello i cognomi dei protagonisti, ma solo perché il fatto è remoto e dimenticato e non credo che questa sia la sede corretta per rivelare a bruciapelo eventuali segreti di famiglia a persone che non conosco. Non ci sarebbe niente di sbagliato a pubblicare tutto, ma in questo caso l’etica della genealogista (ricordate?) prevale sul diritto di cronaca. Inoltre, non sto indagando su questo caso, ma lo scelgo semplicemente come esempio per raccontarvi questo mio nuovo esperimento.
I nomi, di conseguenza, non sono importanti.
Cosa possiamo ricavare da questo articolo?
- i nomi dei protagonisti
- i loro anni di nascita e – nel caso di Bruna – di morte.
Bruna muore all’istante (il 18 luglio 1947), ha 16 anni , è quindi nata nel 1931 circa.
Camillo, invece, non muore subito (qualche giorno dopo? Potrei cercarlo nelle edizioni successive ma per ora non mi interessa) e al momento dei fatti ha 17 anni, quindi è nato nel 1930 circa. (questo mi aiuterà a cercare i loro atti di nascita per eventuali controlli incrociati, ma rimaniamo in cimitero per ora).
Dopo una ricerca nel database cimiteriale, scopro che di Camillo non c’è traccia, mentre c’è una Bruna nata nel 1931 che potrebbe corrispondere (dico “potrebbe” perché so che il suo cognome è molto diffuso a San Donà).
Vado subito a cercare in cimitero e la trovo! Non può che essere lei!
[nascondo il suo viso per la motivazione che vi ho esposto qualche riga più su]
Anche se sulla sua lapide c’è scritto solo che è morta a 15 anni (e non 16 come dice il giornale), so di aver trovato la persona giusta perché vedo (dal record del cimitero) che Bruna è nata nel settembre del 1931, quindi nel luglio del 1947 (quando viene uccisa), non aveva ancora compiuto 16 anni. Inoltre, con una telefonata ai servizi cimiteriali, potrei accertarmi anche della sua data di morte che – ne sono certa – è il 18 luglio 1947.
Et voilà!
Si tratta di una ricerca inversa rispetto a quella che faccio di solito, ma molto simile a quella che uso per il mio podcast Microfilm, dove racconto i fatti della storia dal punto di vista di chi è passato inosservato.
Normalmente, vado prima in cimitero e da una tomba/foto particolare ricostruisco la storia attraverso quotidiani e documenti vari. Qui, invece, cerco la tomba a partire dalla storia che ho letto prima nel giornale.
Oltre a darmi una grande soddisfazione (scoprire, cercare, trovare sono le mie attività preferite, ormai lo sapete), questo mi tiene sempre “allenata” anche quando non sto facendo ricerche per lavoro. Inoltre, inutile dirlo, vedere “in faccia” queste persone mi emoziona sempre profondamente.
Tornando al punto 3 che avevo lasciato in sospeso: volete un altro motivo per cui questo tipo di ricerca non è solo fine a sé stessa? Senza neanche accorgermene, sto costruendo una “storia nera” della mia città attraverso più di un secolo di eventi, e questo mi permette di capire come il tessuto sociale e antropologico si sia evoluto nel corso degli anni. È davvero illuminante e mi spinge a cercare sempre di più! Non vi nascondo che ho già una mezza idea per un progetto… ma ne parleremo!
Spero che questo “giochino” vi entusiasmi tanto quanto sta entusiasmando me!
Fatemi sapere che ne pensate!
Spero di ricevere tante risposte da voi, vi invito nuovamente a spargere la voce di questa newsletter e vi ricordo che sono ancora in giro a presentare il mio libro “Dinastia” (qui le date di dicembre)!
A presto e buone ricerche!
Giulia 🕵🏻♀️
PS: Come avrei potuto raccontarvi tutte queste cose in Instagram?
Che meraviglia! Io ho scoperto che nel mio paese, negli anni 10 del '900 viveva un uomo affetto da gigantismo che aveva sposato, secondo il giornale, "la donna più grassa del mondo". C'era scritto che alla sua morte hanno dovuto addirittura ampliare la sepoltura perché non ci stava la bara. Purtroppo non sono ancora riuscita a trovare la tomba ma mi hai dato la motivazione giusta per continuare la ricerca 🖤
Grazie :) purtroppo online c'è pochino tra i giornali della Sicilia (o almeno, forse non sono riuscita ancora a scoprire la miniera giusta!). Però ho scoperto tantissimo cercando con Google Libri: sono presenti diversi annuari commerciali o dei vari ministeri che contengono informazioni preziosissime, come indirizzi e professioni :)